lunedì

Un semplice divertissement

Euro 2008: se Italia e Francia fossero uscite entrambe al primo turno

17 giugno 2008, terza partita del primo turno. Italia e Francia, anco-ra una volta di fronte, per andare avanti devono vincere e sperare che la già qualificata Olanda non si lasci battere dalla Romania, man-dando così a casa, in un colpo solo, due dirette avversarie. Ecco co-sa avremmo scritto se gli olandesi, imbottiti di riserve com’erano, avessero concesso il lasciapassare ai rumeni.

Il bello del calcio è anche questo. Il canto del cigno di campioni al tra-monto. Italiani e francesi smaltiscano presto amarezze e delusioni e pensino, invece, a quanto resterà per sempre nella storia, da Parigi 1998 a Berlino 2006. In un colpo solo, vanno via in tanti. Vanno via, insieme, anche i capitani, Cannavaro (con 116 presenze) e Thuram (142). Di fronte a tali perdite, uscire di scena da questo Europeo è davvero il male minore. Ne verranno altri, così come il passato ha re-galato delusioni che oggi, Corea esclusa, facciamo anche fatica a ri-cordare. Invece, per italiani e francesi sarà impossibile dimenticare Berlino e Parigi. E allora, ci chiediamo, perché amareggiarsi per una sconfitta che presto archivieremo nei meandri delle nostre memorie?
Dopo la batosta con l’Olanda, L’Équipe aveva titolato: “Thuram, à bout de souffle?”. A Zurigo non era il solo all’ultimo respiro. A nessu-no è riuscita l’impresa di Zidane in Germania quando, di partita in partita, si allungò la carriera, fino a sbattere sul petto di Materazzi.
Ieri, Italia e Francia erano all’ultimo Inno. La matematica, impieto-sa, stabiliva che, comunque fosse andata, almeno una delle due sa-rebbe tornata a casa. Altrettanto impietoso il verdetto arrivato da Berna: Olanda-Romania 0-1. Grazie lo stesso.
Adesso sarebbe bello se a ‘Fiumicino’ e ‘De Gaulle’, italiani e france-si trovassero connazionali ad aspettarli e applaudirli. Zambrotta e Thuram, in Austria-Svizzera c’erano e i loro errori sono umani e per-donabili. Nobiltà e immunità. Totti, invece, non ha fatto niente per esserci e la sua fedina è senza dubbio più sporca. Ma il suo ‘core’ batte per la Roma e, si sa, preferisce risparmiarsi ossa, muscoli e perni per portare la Champions League nella capitale. Comprensibile, dal suo punto di vista, ma non è proprio dalle sue parti che si di-ce “Chi si estrae dalla lotta è un gran figlio di…”?

Il due a zero di Olanda-Romania fa di queste righe un semplice di-vertissement. Anche l’Italia vince con lo stesso risultato e va avanti (fermata poi ai rigori dalla Spagna, futura campione d’Europa), men-tre la Francia torna subito a casa. Uscite di scena banali. Forse, così come l’avevamo immaginato noi, sarebbe stato un addio più solen-ne.