venerdì

Video (e) ricordo di Beppe Viola

Con poco, un video trovato in rete, ricordiamo Beppe Viola, forse il più geniale giornalista sportivo italiano. Muore giovane, a soli 43 an-ni, nel 1982, stroncato da un ictus mentre realizza il montaggio di un Inter-Napoli per la Domenica Sportiva. Il prossimo autunno avrebbe compiuto 70 anni.
Per classe e personalità era ritenuto l’erede di Brera, ma molto più stravagante, figlio di una generazione diversa. Tempi, intuizioni, battute pungenti, fine e dissacrante senso dello humour, anticonfor-mismo, sono solo alcuni degli ingredienti che rendono i suoi servizi, molti dei quali famosissimi, inconfondibili e sempre attuali.
Entra in Rai nel 1961, “dopo aver risposto negativamente – racconte-rà in seguito – alla domanda: Lei è comunista?”. All’esame da giorna-lista in commissione c’è Enzo Biagi che gli chiede se, nell’allora schieramento DC, Fanfani fosse da collocare più a destra o a sini-stra: “Dipende dai giorni”, risponde tra il serio e il faceto.
Non solo giornalista sportivo originale e intelligente, Viola è anche autore teatrale, sceneggiatore e dialoghista per cinema e cabaret (sua la celebre ‘Quelli che…’, cantata da Jannacci) e molto altro an-cora nella Milano del ‘Derby Club’ degli anni Sessanta e Settanta. Vive e consuma la città tra osterie, Navigli, ippodromo di San Siro, partite a scopone scientifico e “record caffè-sigaretta”, facendo del-la sua ‘milanesità’ un elemento caratterizzante. Famosa una lunga intervista a Rivera realizzata sul tram urbano n° 15: “Certe cose – spiega Gianni Mura – oggi non si potrebbero fare perché televisione e calcio moderni non amano quell’apparente distacco. Oggi i gior-nalisti sportivi sono pettinati bene ma spacciatori di niente”. Ancor più noto, forse, è quel servizio in cui, deluso dal derby domenicale, manda in onda le immagini di un Inter-Milan di 15 anni prima. Siamo alla Domenica Sportiva del 1977, e certe sregolatezze sono concesse solo ai geni.
Alla sua morte, Brera lo ricorda così: “Batteva con impegno la carta in osteria e delirava per un cavallo modicamente impostato sulla cor-sa; tirava mezzo litro e improvvisava battute che sovente esprime-vano il sale della vita”.